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Leonardo da Vinci e l’acqua: evidenze di geologia nei suoi codici, dipinti e disegni.

Francesco Sdao, Università  della  Basilicata.

     L’acqua disfa li monti e riempie le valli e vorrebbe ridurre la Terra in perfetta sfericità, s’ella potesse.

            Questa citazione evidenzia, in modo incontrovertibile, l’importanza che Leonardo assegna  all’acqua come agente modellatore della superficie terrestre e come principale causa di profondi mutamenti geologici.

            Leonardo ha continuamente e intensamente indagato sull’origine delle acque e sui meccanismi della circolazione idrica sotterranea e superficiale.

            Nelle sue riflessioni sul Corpo della Terra, riportate nel Codice Leicester, il primo trattato organico di idrologia e di scienze delle acque, l’origine della vita è strettamente legata al fluire dell’acqua, tant’è che le vene d’acqua (i fiumi) nutrono e animano la Terra, così come il sangue, muovendosi nei vasi, dona al corpo umano la linfa vitale.

            Secondo Leonardo, la circolazione dell’acqua avviene lungo le predette vene (fiumi sotterranei) mediante le quali l’acqua dal fondo dell’oceano risale alle cime delle montagne, da cui scaturisce per tornare, attraverso torrenti e fiumi, di nuovo al mare. Successivamente (intorno al 1483) le sue vedute sull’origine e sulla circolazione dell’acqua cambiarono, convincendosi che l’acqua delli fiumi non dal mare ma dalli nuvoli ha origine [Codice Atlantico f. 433r] e che la pioggia ruscellando e trasportando materiale solido si raccoglie in rivoli, torrenti e fiumi che allargano le loro valli e consumano le radici de’ monti laterali [Codice Arundel, f. 161r].

            L’acqua è presente in oltre metà dei dipinti di Leonardo, in maniera sia esplicita (fiumi, laghi, cascate, ecc.) o attraverso la rappresentazione degli effetti generati dalla potente azione che quest’elemento svolge nella trasformazione geologica della Terra. In questi dipinti, i  paesaggi geologici sono rappresentati in modo scientificamente corretto; solo pochi altri pittori, tra cui il Mantegna, ma mai con la cura di particolari di cui sono ricchi i dipinti di Leonardo, hanno avuto l’abilità di riportare nelle loro opere la geologia di un territorio in modo fedele.

            Nei suoi manoscritti (ed in particolare nei Codici Atlantico, Leicester e Arundel), molti sono gli schizzi, gli abbozzi e le interpretazioni di processi geologici, degni di studi critici approfonditi,  generati e condizionati dall’azione modellatrice e generatrice dell’acqua.

            Nello Studio di Formazione rocciosa, un famoso disegno conservato nella Royal Collection di Windsor, è rappresentata, dal vero, un’alternanza geologica di due formazioni sedimentarie tra loro in netta in discordanza angolare. Al piede dell’acclive scarpata giacciono blocchi e frammenti rocciosi crollati causati da degradazione meteorica e soggetti a disgregazione fisica, mentre lungo il greto del torrente, i ciottoli sono elaborati e a spigoli arrotondati a causa del lavorìo delle acque.

            In molti dipinti, tra i quali i celeberrimi La Vergine delle Rocce, Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino e Il Battesimo di Cristo, sono presenti alcuni importanti temi di sedimentologia, di geomorfologia fluviale e di idrogeologia, processi e fenomeni, legati all’azione a volte dirompente dell’acqua.

            Leonardo indaga, con efficacia, i processi sedimentari, dall’alterazione delle rocce, al trasporto dei detriti, alla loro deposizione e  litificazione: Ne’ principi dei fiumi son le grandi pietre. Nel quarto del Fiume son le ghiaie. Nel mezzo del corso del fiume son le rene. Nell’ultimo del fiume si troverà il fango [Leicester 18A, 19v].  

E ancora: di poi che ‘lmare si discostò dalli predetti monti, la salsedine lasciata dal mare, con altro omore della terra, a fatto una collegazione a essa ghiara e rena, che la ghiara in sasso e la rena in tufo s’è convertita [Codice Leicester, 6A, 31v].

            Nei codici, nei dipinti e nei disegni spesso Leonardo tratteggia e indaga con cura alcuni importanti temi di geomorfologia e di dinamica fluviale; in particolare sono descritti i fenomeni e i processi di genesi e di evoluzione geo-morfo-dinamica degli alvei fluviali, con particolare rifermento agli alvei di tipo braided (a rami intrecciati)  e a meandri: mirabili esempi di geomorfologia fluviale sono rappresentati nelle famose Mappe d’Imola e del Fiume Arno in Val di Chiana). In particolare, nella Mappa d’Imola, immagine prototipo di vista zenitale, è rappresentato con un’esattezza esemplare e scientificamente corretto il  processo geomorfologico della formazione e dell’evoluzione dei meandri fluviali del Fiume Santerno. Aspetti sedimentologici ed idrogeologici completano questa celeberrima mappa.

            I meandri, tipica forma d’alveo che si sviluppa nelle piane fluviali, sono magistralmente rappresentati anche nella Mappa del Fiume Arno; in essa sono presenti forme fluviali attive, effimere e abbandonate, zone paludose.

Leonardo ha trattato sotto vari aspetti l’erosione e il trasporto solido fluviale, la dinamica fluviale, correlando, in quest’ultimo,  caso l’energia dell’acqua e le morfologie di alveo.

            A tal proposito nel Codice Leicester, Leonardo ebbe a dire: Il fiume muta più spesso il letto ne’ lochi piani e di tardo corso che ne’ monti e di veloce corso: e questo accade perché  la materia dal fiume nel piano, perché in tal loco li manca l’impeto e si scarica [Leicester 18A, 19v].

Con riguardo all’idrogeologia e alla dinamica idrica sotterranea, in molti Fogli del Codice Leicester sono trattati temi interessanti e complessi di dinamica idrica sotterranea e di formazione di sorgenti. In particolare, nel Foglio 3A, 3v, il tema dominante è l’origine delle sorgenti montane e, mediante un mirabile disegno, la circolazione idrica sotterranea; nel Foglio 3A 7v, Leonardo tratta problemi di idrogeologia e di relazioni fra portate idriche e sbarramenti. In uno dei due disegni riportati nel Foglio, Leonardo tratteggia due acquiferi sovrapposti e la loro dinamica sotterranea. Estremamente interessanti sono gli elementi idrogeologici presenti nel Foglio 11 A, 11v del Codice Leicester, in cui viene tratteggiato il ciclo idrologico di una sorgente, le connessioni fra portata idrica delle sorgenti costiere e andamento delle maree.

            L’idrogeologia, o almeno alcuni peculiari aspetti di questa disciplina, non manca in alcuni celebri dipinti: per esempio nel Battesimo di Cristo (dipinto da Verrocchio e da Leonardo), è rappresentato un acquifero fessurato da cui sgorga una sorgente, il cui meccanismo di formazione è correttamente individuato.

            Nell’intervento, ricorrendo all’esame di alcuni dipinti, disegni e brani dei principali codici leonardeschi,  saranno tratteggiati e discussi alcuni fenomeni e processi geologici legati all’azione dell’azione dell’acqua e indagati con dovizia di particolari da Leonardo.

            Saranno in particolare evidenziate: alcune peculiarità di sedimentologia presenti in alcuni dipinti; alcuni significativi elementi di idrogeologia riportati in alcuni fogli del Codice Leicester; aspetti sedimentologici e di geomorfologia fluviale tratteggiati in alcune celebri mappe.

Bibliografia

AA VV (2018): L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. A cura di P. Galluzzi, 399 pp, Giunti Ed).