La conquista dello spazio e la sua regolamentazione giuridica. Un nuovo master in Tecnologie e Diritto aerospaziale nell’Università di Bari
Nicolò Carnimeo, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
Leonardo da Vinci scrive su uno dei suoi leggendari taccuini: “Il sole no’ si’ move” (Codice di Francia, Manoscritto F, 41v), molto prima delle rivoluzionarie teorie eliocentriche di Copernico e Galileo.
A tale postulato leonardesco non ha mai fatto seguito alcuno studio o formulazione ipotetica che prefiguri un processo teorico; praticamente un assioma per lui, tanto da non ritenere necessaria alcuna forma di attenzione ulteriore, di approfondimento.
Il messaggio, però, deve essere forte e chiaro per noi che amiamo e ci ispiriamo al suo ingegno ed animati da curiosità rivolgiamo lo sguardo più attento verso il “quarto ambiente” , lo Spazio Extra-atmosferico.
Molto presto, infatti, si è arrivati ad intuire che le opportunità di ritorno economico delle future attività spaziali avrebbero aperto uno scenario di difficile regolamentazione, già dal primo lancio dello Sputnik, nel 1957, anche se il momento storico e la presenza di pochi attori protagonisti lasciava una certa autonomia decisionale alle grandi potenze che detenevano il monopolio dell’accesso allo spazio.
Va da sé che l’art. 1 paragrafo 1 della legge italiana 28/01/1970 n. 87 (di ratifica dell’ Outer Space Treaty, pilastro del diritto spaziale internazionale il quale afferma che: “L’esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico, compresi la Luna e gli altri corpi celesti, saranno svolte a beneficio e nell’interesse di tutti i paesi, quale che sia il grado del loro sviluppo economico a scientifico e saranno appannaggio dell’intera umanità”) nella sua generica formulazione, non può più rispondere alle esigenze stringenti dei nuovi scenari economico-commerciali del settore spaziale.
L’impressionante accelerazione di ritmo delle attività spaziali in senso lato, e la conseguente moltiplicazione della portata delle ricadute attuali ed in itinere, siano esse in campo politico, scientifico, tecnologico o economico-finanziario, ci obbligano senza esitare ad una massiccia e mirata operazione di riforma dell’apparato giuridico.
Il Corpus Iuris Spatialis (composto da cinque Convenzioni delle Nazioni Unite,) che fonda la sua stabilità applicativa su alcuni principi base quali “patrimonio comune dell’umanità”, o “libertà di esplorazione” unito a quello della “non appropriazione”, o ancora della responsabilità assoluta per le attività intraprese nello spazio (a carico dello Stato di immatricolazione) lascia, di contro, margini interpretativi assai rischiosi su concetti generici come quello di “utilizzazione dello spazio” o di “benefits” applicati allo sfruttamento di risorse spaziali, temi cardine della “New space economy”.
Tra i punti salienti proprio i “benefits” rappresentano la sfida più complessa da regolamentare sotto il profilo diplomatico, economico-commerciale, e, soprattutto, giuridico. L’esigenza di una rapida regolamentazione internazionale emerge anche dalla moltiplicazione delle pianificazioni di missioni spaziali con l’obiettivo di testare, per esempio, le possibilità di estrazione di preziosi metalli da asteroidi, come nel caso di OSIRIS-Rex (frutto di una collaborazione tra NASA ed un gruppo di aziende private), o della società californiana, Deep Space Industries, che entro il 2019, con la missione Prospector-1, progetta attività di carotaggio su asteroidi a fini commerciali, senza dimenticare iniziative come Space X di Elon Musk che promette missioni su Marte, Blue Origin di Jeff Bezos, e Virgin Galactic di Richard Branson che aprono il nuovo ed attraente scenario del “Turismo Spaziale” alla portata di (quasi) tutti.
La “New space economy“, offre oggi alla Puglia un posto di primo piano ed i numeri parlano chiaro nel Documento di Programmazione Strategica dell’ARTI: tra il 2007 e 2015 le esportazioni hanno registrato un incremento del 306% e la quota di laureati occupati in tutto il comparto aerospaziale è passata dal 14,2% al 29,6%.
La straordinaria opportunità che fornisce questo settore in espansione esponenziale credo vada colta, inoltre, nella trasversalità politica dei consensi, visto anche il percorso legislativo senza ostacoli della recente legge sul riordino della governance nell’Agenzia Spaziale Italiana, varata a fine dicembre 2017.
Nuovi e numerosi strumenti legislativi a livello internazionale ed europeo, talvolta molto audaci come la legge lussemburghese (in vigore dal 1 agosto 2017) sullo sfruttamento commerciale delle risorse spaziali (asteroidi ed etc.) da parte dei privati, attendono solo di essere applicati.
Ovviamente c’è tanto da fare, e la formula strategica attuale potrebbe preparare nuovi scenari, parlo della Quadruple Helix Model of Innovation che prevedendo finalmente un maggiore coinvolgimento della società civile credo sia oggi la chiave di volta delle amministrazioni pubbliche evolute.
Ci sono tutte le condizione perchè la nostra regione diventi, attraverso tutte le sue eccellenze, un modello nel settore spazio in Italia ed Europa. La sinergia tra l’istituzione regionale, il DTA, le Università, l’industria ed i cittadini pugliesi ha già le potenzialità per produrre effetti rilevanti e visibili.
E’ chiaro che nel raggiungimento di un obiettivo di tale entità occorre attivarsi su più fronti ma probabilmente il primo è quello accademico; bisogna creare le condizioni per la formazione di nuove figure professionali che abbiano competenze trasversali (giuridiche, scientifiche, manageriali) nel settore spaziale, attualmente appannaggio di tecnici ( ingegneri, fisici) sarebbe un grande passo avanti.
Sulla base di questa visione l’Università di Bari in collaborazione con il Distretto Tecnologico Aerospaziale Pugliese e l’Aeronautica Militare, si sono attivati al fine di istituire il primo Master in ” Tecnologie e diritto aerospaziale” in Puglia (e nel Mezzogiorno). Si tratta di un ambizioso programma formativo suddiviso in 15 moduli: di cui 6 di natura tecnico- scientifica, 2 di politica-istituzionale ed industriale, e 7 di taglio strettamente giuridico.
Si prevede, inoltre, l’opzione per i partecipanti di scegliere la formula short master, nonché la frequenza a singoli eventi formativi (con accreditamenti dei singoli ordini professionali di pertinenza, es. ordine avvocati, ordine ingegneri).
L’obiettivo da raggiungere è la formazione una figura professionale peculiare che maturi una competenza trasversale nel crescente sviluppo del comparto aerospaziale che vede il territorio pugliese ormai scenario privilegiato.